Ti ricordi del caso Marta Russo?
IL CASO MARTA RUSSO
L’omicidio di Marta Russo, noto anche come delitto della Sapienza, avvenne all’interno della città universitaria della Sapienza di Roma il 9 maggio 1997, quando la ragazza, studentessa ventiduenne di giurisprudenza, fu gravemente ferita da un colpo di pistola, morendo cinque giorni dopo in ospedale.
Il fatto di cronaca ebbe grande clamore dal punto di vista mediatico per l’efferatezza di quanto accaduto e delle persone coinvolte.
Dopo le indagini, le autorità decidono di imputare per favoreggiamento la all’epoca segretaria di Filosofia del diritto, Gabriella Alletto, testimone nel processo.
Alla fine di un processo durato un paio d’anni e dopo varie vicissitudini, la Cassazione assolve la segretaria per non aver commesso il fatto.
Come possiamo leggere nell’articolo pubblicato da AGI, le spese legali costeranno oltre € 750.000,00, per le quali Gabriella Alletto chiederà rimborso all’ateneo universitario, poiché nel contratto di lavoro dei dipendenti pubblici l’ente è obbligata a fornire adeguata assistenza legale quando l’evento sia connesso allo svolgimento del servizio e OVVIAMENTE sia escluso la loro responsabilità, cosa quindi avvenuta nel caso preso in esame.
Ma cosa sarebbe successo se l’ente risarcisse le spese (come per esempio succede per un infortunio sul lavoro, un incidente stradale)? Poiché, ricordiamo, lo Stato non paga le spese dell’imputato non colpevole (Ordinanza 318/2001 della Corte Costituzionale).
E’ vero che la scelta di un ottimo difensore potrebbe essere estremamente costosa, ragion per cui, tutelarsi in anticipo, è un fattore da non sottovalutare.
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