La pausa caffè
Incidente in pausa caffè senza indennizzo
Niente risarcimento al lavoratore che si infortuna durante la pausa caffè.
Anche se il caffè è un piacere, come recitava un vecchio spot, la sosta al bar non è legata in alcun modo ad esigenze lavorative.
Per questo motivo, un’eventuale caduta nel percorso per recarvisi non può essere indennizzata causa l’assenza del necessario collegamento tra il rischio e l’attività lavorativa.
Quindi, nel caso specifico della sentenza della Cassazione 32473/2021, è da escludere l’indennizzabilità dell’infortunio in quanto subito durante la pausa al di fuori dell’ufficio giudiziario dove la lavoratrice prestava la propria attività.
La stessa, allontanandosi dall’ufficio, si è volontariamente esposta ad un rischio non necessariamente connesso all’attività svolta, tra l’altro per soddisfare un bisogno certamente non impellente. Tutto ciò ha causato l’interruzione del collegamento causa-effetto tra attività lavorativa ed incidente.
La Cassazione ha così accolto il ricorso dell’Inail, che aveva perso i precedenti gradi di giudizio.
INAIL ricorreva riportando come unico motivo il fatto che le circostanze caratterizzanti l’infortunio erano relative ad un rischio assunto volontariamente dalla lavoratrice; non essendo quindi nell’esigenza di prendere un caffè un necessario bisogno fisiologico che avrebbe consentito di mantenere la stretta connessione con l’attività lavorativa.
In conclusione, è bene ricordare che l’Ente copre gli infortuni accaduti solo sul lavoro e quindi rispetto alle 168 ore di cui è composta la settimana, quelle coperte dall’INAIL vanno da un 22% ad un 25%, a seconda dell’orario previsto dal contratto di lavoro.
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